Quando tutte le donne del mondo... - Simone de Beauvoir - RECENSIONE

by - venerdì, novembre 09, 2018



TRAMA

Famiglia, contraccezione, amore, aborto, violenza: attraverso articoli, interviste, note, Simone de Beauvoir affronta senza reticenze la condizione della donna e invita uomini e donne a considerare la vera uguaglianza dei sessi una conquista necessaria al progresso della società. Pubblicato in Italia nel 1982, le pagine militanti di questo libro conservano una straordinaria e bruciante attualità, soprattutto oggi che alcuni diritti civili, conseguiti grazie alle lotte del movimento femminista, vengono messi in discussione da certi ambienti politici e confessionali.




INFO LIBRO

TITOLO: "Quando tutte le donne del mondo..."
AUTORE: Simone de Beauvoir
CASA EDITRICE: Einaudi
USCITA: 14/03/2006
PAGINE: 181 p.
ISBN/EAN: 9788806180836
PREZZO: 10,00 €


VOTO: ⭐⭐⭐⭐ (4 su 5)








CONSIDERAZIONI

#WeCanReadIt:
Novembre 2018 – Quando tutte le donne del mondo... - Simone de Beauvoir

Oggi vi propongo una recensione del tutto differente dal solito, non per dimostrare quanto io sia impazzita, quanto per presentare il progetto #WeCanReadIt, nato su Instagram da Federico (@microcosmodiparole) e Micol (@under___my__skin).
Di cosa si tratta? #WeCanReadIt è, sostanzialmente, un gruppo di lettura virtuale che si occupa di proporre mensilmente un libro che permetta di affrontare tematiche come il femminismo, la parità, la lotta all'oppressione, e il percorso che tutte queste cose hanno avuto nel corso della storia, da quella passata a quella presente.

Il primo libro selezionato, e credo che non potesse esser fatta scelta migliore, è stato un libro contenente parti di interviste, articoli e conferenze, fatte da Simone de Beauvoir, scrittrice che nel corso della storia ha dato un enorme contributo in quelle che sono diventate poi le basi del femminismo, scrittrice che nella sua vita ha sempre vissuto a testa alta, andando contro a quelli che erano gli ideali dei tempi, cercando non solo di vivere “diversamente”, ma facendo capire alle altre donne quelli che erano i suoi stessi principi.

Una cosa che mi ha fatta riflettere molto, è stato leggere, in un estratto d’intervista, un’affermazione dove Simone dice di non credere che i suoi romanzi e i suoi lavori siano stati utilizzati per creare le prime forme di femminismo, anzi, dà delle spiegazioni molto convincenti sul contrario, parlando del tempo storico e delle ideologie; ad oggi, però, i suoi lavori e lei stessa, come scrittrice, come figura, come donna, vengono inseriti in quelle che sono state le prime forme di femminismo storico. 
Ecco, questa cosa l’ho trovata un po’ come una metafora per dire che il femminismo è in ogni persona, indipendentemente dal sesso, che più che un movimento, è una scelta di vita, un modo di prendere decisioni e di fare scelte, anche senza un’etichetta o senza la consapevolezza di essere parte di qualcosa.



Un individuo che in presenza di testimoni ne chiami un altro «sporco negro», o che faccia stampare frasi ingiuriose nei confronti degli ebrei o degli arabi, può essere processato, e sarà condannato dai tribunali per «ingiurie razziali». Ma se un uomo grida pubblicamente a una donna «puttana» o se nei suoi scritti accusa la Donna di essere perfida, sciocca, volubile, ritardata mentale, di comportarsi da isterica, non corre alcun rischio. La nozione di «ingiurie sessiste» non esiste. 


La cosa che mi ha stupita di più in questo libro, dal momento che è formato da scritti di tempi differenti, è stato il trovare un cambiamento nell'ideologia della protagonista, un cambiamento dovuto non a sé stessa, ma dovuto alla società attorno, come se fosse stato un rapporto inversamente proporzionale: più il mondo esterno “peggiorava”, più la forza e la voglia di combattere aumentavano.

Ho apprezzato moltissimo i vari inserimenti con Jean-Paul Sartre, soprattutto l’intervista riportata di Simone de Beauvoir a quest’uomo, perché ci si rende conto che alcuni uomini, per la maggior parte quelli che hanno saputo apprezzare e hanno vissuto accanto alle donne libere, quanto questi siano assolutamente ben disposti a quella che è l’emancipazione femminile, cosa che in moltissimi altri scritti non viene quasi per niente evidenziata; cosa che, a parer mio, da una sfumatura differente a ciò che di solito si immagina.

C’è una cosa che mi ha lasciata perplessa, ovvero il leggere questo insieme di scritti, pubblicato per la prima volta nel 1982, dove si parla di problematiche sociali, relazionali e decisionali che ancora oggi, nel 2018, non sono state affrontate o superate.



Una recente statistica diceva che le donne forniscono 45 miliardi di ore di lavoro domestico contro i 43 miliardi di ore di lavoro salariato.Il volume del lavoro domestico supera dunque di gran lunga il lavoro salariato. Se la società dovesse pagare quel lavoro è evidente che ciò aumenterebbe enormemente tutte le sue spese. È un grandissimo vantaggio per la società avere donne che fanno questo enorme lavoro per niente.Come ottenere allora che la donna faccia questo lavoro? Bisogna condizionarla. Dato che è difficile convincerla che essa ha la vocazione di lavare i patti, si è trovato qualcosa di meglio.Si esalta la maternità, perché la maternità offre il modo di tenere la donna in casa e di farle fare le faccende domestiche. Invece di dire alla bambina di due, tre o quattro anni: «Sei destinata a lavare i piatti» le si dice «Sei destinata ad essere madre» […] La si è convinta che non sarà una donna completa se non avrà bambini. Quando una donna non ha figli, si dice: «Non è una vera donna», ma quando un uomo non ha figli non si dice: «Non è un vero uomo».Bisogna dunque che la donna sia asservita alla maternità. Se almeno avesse la libertà di essere madre quando vuole, nella misura in cui lo vuole, pianificando le nascite dei figli, avrebbe molta più libertà in tutti i campi. Potrebbe rivaleggiare con l’uomo sul piano professionale, non sarebbe per tutta la vita inchiodata in casa; e così si porrebbe il problema di perché non debba essere l’uomo a lavare i piatti.


Concludendo la recensione (spedo di non essermi dilungata troppo), consiglio il libro a chi, come me, trova di vitale importanza aprire gli occhi e affrontare determinate cose, perché stare in silenzio equivale a non scegliere, quando ciò di cui c’è di sogno è proprio il contrario, di gente che scelga e non subisca più.

A chi volesse intraprendere questo percorso, ripeto, il gruppo di lettura è aperto a tutti, vi basta seguire Federico (@microcosmodiparole) e Micol (@under___my__skin) su instagram, oppure seguire il tag #WeCanReadIt.







Spero di avervi incuriosito con la mia recensione 😊
➡️ Potete trovarmi anche sulla mia pagina Instagram asiapaglino
➡️ Roberta invece la trovare su ilprofumodelleparole
Un grosso abbraccio, alla prossima recensione 📚📚

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