La biblioteca dei mille libri - RECENSIONE

by - sabato, maggio 12, 2018


TRAMA

India settentrionale, 1947. Bilal vive con suo padre - il suo amato bapuji - in una povera casupola in una città del Gujarat. L'unica loro ricchezza è un'intera biblioteca di libri vecchi e polverosi, collezionati nel corso degli anni e custoditi con cura. Fin da quando Bilal era bambino, suo padre gli ha letto storie prese da quei libri, con gli occhi che brillavano per l'entusiasmo. Gli ha insegnato tanto il suo bapuji, amato da tutta la città per la sua saggezza e cultura, tra loro c'è sempre stato un grandissimo affetto, bel al di là del rapporto padre-figlio. Ma ora sta morendo: un male lo divora, come quello che piano piano sta distruggendo la gloriosa India, dilaniata dall'odio tra le fazioni religiose. 
Nonostante sia solo un ragazzino, Bilal sa che la guerra civile sta arrivando e ben presto il suo Paese non sarà più lo stesso. Suo padre però non deve saperlo. Deve morire in pace e serenità pensando che l'India sia ancora come lui ha contribuito a costruirla: il paradiso di pace e fratellanza cantato dal poeta Tagore.
E così, aiutato dai suoi fedeli amici, Bilal farà di tutto per tenerlo all'oscuro della verità: allontanerà gli estranei con scuse improbabili, organizzerà un sistema di sorveglianza sui tetti, farà stampare finti giornali...
Ma per sessant'anni si porterà sulla coscienza il peso di questa bugia.



INFO LIBRO

TITOLO: "La biblioteca dei mille libri"
AUTORE: Irfan Master
CASA EDITRICE: Newton Compton
USCITA: 11/01/2012
PAGINE: 254 p.
ISBN/EAN: 9788854135369
PREZZO: 9,90 €


VOTO: ⭐⭐⭐ (3 su 5)







CONSIDERAZIONI

Questo è un romanzo che non avevo mai sentito.
Non l'avevo mai visto in libreria e sentito parlare da qualche blogger o booktuber e da una parte mi dispiace perchè è un libro molto interessante sotto certi aspetti. 

Prima di iniziare a parlarvi del romanzo e cosa è stato in grado di trasmettermi, devo aprire una piccola parentesi che riguarda il titolo (o meglio non titolo) della storia. 
Qui da noi è arrivato con il titolo "La biblioteca dei mille libri" e, dopo che ho finito di leggere la storia, non me lo spiego visto che non c'entra assolutamente nulla con la storia!!
Non viene menzionata nessuna biblioteca e si, vengono nominati dei libri però non sono i "protagonisti" o un qualcosa che il nostro protagonista utilizza per i suoi scopi. 
Infatti, se si va a vedere il titolo originale della storia è "A Beautiful Lie" che ha molto ma molto più senso ovviamente!

Io non riesco a capire perchè alcune case editrici devono stravolgere così TANTO i titoli originali. 
Carissime Case Editrici, se volete proprio cambiarli questi titoli, va benissimo, ma almeno create titoli che effettivamente abbiano a che fare con la storia se no che senso ha tutto ciò???

Dopo questo piccolo sfogo (e vi chiedo umilmente scusa) possiamo cominciare la recensione ahahah. 

Storia ambientata nel 1947, anno in cui avvengono scontri accesi tra gli abitanti di questa cittadina dove è nato e cresciuto il nostro protagonista Bilal.
Scontri che sconvolgono non poco lui e i suoi amici. 
Bilal non vive una situazione semplice, a cominciare dalla sua vita.
Vediamo suo padre, uomo stimato e benvoluto da tutti, combattere contro un male che piano piano lo sta portando via e così abbiamo modo di osservare come Bilal affronta questa situazione.
Proprio per non far soffrire il padre ulteriormente organizza insieme ai suoi amici un piano, ovvero quello di mentire continuamente a suo padre sulle condizioni pessime che ormai il Paese sta avendo a causa dei vari conflitti.

Da qui troviamo le prime tematiche del romanzo:
Il rapporto padre-figlio, un rapporto fatto di amore, fedeltà, rispetto e il continuo prendersi cura l'uno dell'altro come un vero padre e un figlio dovrebbero fare. 
E' stato molto bello vedere l'infinito bene che il nostro protagonista prova nei confronti del genitore e percepire la paura che sta nell'animo di questo piccolo ma grande ragazzo nel constatare che il suo bapuji sta andando ogni giorno di più lontano da lui. 

L'altra tematica, quella più importante e che sta al centro di tutta la storia, è la bugia. 
Quanto valore ha una bugia? Quanto può pesare all'interno dei nostri cuori? 
A parer mio, e il parere del protagonista, può pesare come un macigno, anche se questa bugia è stata detta a fin di bene, può modificare totalmente il futuro di chi la dice.
Una domanda che mi ponevo spessissimo mentre leggevo era: 
Ma Bilal, sta dicendo una bugia per salvare il padre o, in fondo al suo cuore, continua a raccontare bugie per salvare sè stesso?

La risposta sta a voi scoprirla quando leggerete questa storia. 





"Se dici una bugia per tanto tempo, questa diventa la realtà.
Allora la bugia non esiste più, diventa la tua versione della verità"









Nonostante lo stile di scrittura sia fluido e coinvolgente (anche se a tratti è stato un filino noioso devo ammetterlo) devo dire che la storia in sè non mi ha conquistata totalmente.
La tematica della bugia è stata resa in modo un po' troppo superficiale. Non mi sono sentita coinvolta al 100% nella missione di Bilal e dei suoi amici anzi, mi sono sentita come una spettatrice apparentemente interessata alle varie vicende che accadono. 
Non ho avuto questa empatia, questo coinvolgimento purtroppo. 

Io comunque vi consiglio questa storia se volete scoprire qualcosa in più sulla storia dell'India e delle varie culture che ha e di come un ragazzino sia riuscito a rendere quel periodo buio in un posto pieno di pace e armonia come se lo ricordava il suo amato bapuji. 




Tutti raccontano bugie.
Mentiamo tutti.
A volte lo facciamo per noi stessi, perchè ci fanno sentire meglio, altre volte per far star meglio gli altri.   



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7 commenti

  1. Libro interessante. Nemmeno io ne avevo mai sentito parlare da nessuna a parte. Comunque hai ragione, le case editrici italaniane troppo spesso e volentieri stravolgono i titoli dei libri. Un esempio che faccio sempre è quello di "A Thousand Pieces of You" di Claudia Grey che secondo me è uno dei titoli più azzeccati di sempre e che in Italia è diventato "Firebird - La caccia". Ma perché??? Perché????? Maledetti editori.

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  2. Libro interessants, devo dargli un'occhiata!
    Per quanto riguarda i titoli, questa cosa mi fa diventare una belva, ma purtroppo non possiamo fare più di tanto😒

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  3. Purtroppo i libri tanto sponsorizzati non sempre sono quelli che meritano di più, infatti, da blogger cerco sempre di aiutare i piccoli autori a farsi conoscere. Lettriceinfuga

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  4. Sono anni che mi batto contro lo stravolgimento dei titoli originali di libri e film...comunque è vero che i libri meno conosciuti sono i migliori ;)

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  5. Guarda sui titoli potremmo parlarne anni, credo. Bisogna però anche capire che alla fine è marketing e se un titolo può attirare di più, l'editore ne approfitta. In fondo, portare dall'estero un libro in Italia ha un costo importante e non c'è certezza del successo. Tuttavia, concordo con te. Se bisogna cambiarli, quantomeno un minimo di coerenza con la trama. Anche perché poi il lettore si infastidisce e non acquista più da una casa o non si fida.

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