Absence. Il gioco dei quattro - Chiara Panzuti - RECENSIONE

by - mercoledì, ottobre 17, 2018



TRAMA

Viviamo anche attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve affrontare l'ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa accadrebbe se, da un giorno all'altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre? La sua vita si trasforma in un incubo quando, all'improvviso, si rende conto di essere diventata invisibile. Nessuno riesce più a vederla, né si ricorda di lei. Non c'è spiegazione a quello che le è accaduto, solo totale smarrimento. Eppure Faith non è invisibile a tutti. Un uomo vestito di nero detta le regole di un gioco insidioso, dove l'unico indizio che conta è nascosto all'interno di un biglietto: 0°13'07''S78°30'35''W, le coordinate per tornare a vedere. Insieme a Jared, Scott e Christabel - come lei scomparsi dal mondo - la ragazza verrà coinvolta in un viaggio alla ricerca della propria identità, dove altri partecipanti faranno le loro mosse per sbarrarle la strada. Una corsa contro il tempo che da Londra passerà per San Francisco de Quito, in Ecuador, per poi toccare la punta più estrema del Cile, e ancora oltre, verso i confini del mondo. Primo volume della trilogia di Absence, Il gioco dei quattro porta alla luce la battaglia interiore più difficile dei nostri giorni: definire chi siamo in una società troppo distratta per accorgersi degli individui che la compongono. Cosa resterebbe della nostra esistenza, se il mondo non fosse più in grado di vederci? Quanto saremmo disposti a lottare, per affermare la nostra identità? Un libro intenso e profondo; una sfida moderna per ridefinire noi stessi. Una storia per essere visti. E per tornare a vedere.



INFO LIBRO

TITOLO: "Absence. Il gioco dei quattro"
(Absence #1)
AUTORE: Chiara Panzuti
CASA EDITRICE: Fazi Editore
USCITA: 01/06/2017
PAGINE: 335 p.
ISBN/EAN: 9788893251440
PREZZO: 15,00 €


VOTO: ⭐⭐⭐⭐⭐ (5 su 5)





CONSIDERAZIONI

Serie composta da:
Absence #1 - Absence. Il gioco dei quattro
Absence #2 - Absence. L'altro volto del cielo
Absence #3 - Absence. La memoria che resta


Questo libro per me è stata una scoperta dopo l’altra, una scoperta nel vero senso della parola, sotto ogni punto di vista.
Lessi il titolo del libro per caso ma, nel momento in cui vidi che il libro veniva identificato come un fantasy, lasciai stare e la mia curiosità si spense parzialmente; passò del tempo e, in modo del tutto inaspettato, questo titolo ricomparve sotto al mio naso, così decisi di dargli una seconda possibilità, di andare oltre a quella parola “fantasy” che tanto mi aveva scoraggiata.
Leggendo la trama del libro rimasi molto colpita dall’argomento principale, quasi fosse stata data forma a una delle mie paure più grandi: trovarmi di punto in bianco senza nessun ricordo, quasi vuota e dimenticata. 
Questa cosa mi colpì talmente tanto che durante la lettura, mi immedesimai quasi completamente nella protagonista, chiedendomi cosa avrei fatto io.

Per ricollegarmi un attimo alla storia, tutto gira attorno a quattro ragazzi che, ignari dei fatti, si ritrovano nella stessa barca, con lo stesso problema, perché tutti e quattro perdendo ciò che li rendeva, fino a prima, visibili agli occhi di tutti. Acquistando questa invisibilità, i loro cari perdono, allo stesso tempo, tutti quelli che sono i ricordi legati a loro, rendendo i protagonisti quasi inesistenti, come se non fossero mai nati e mai esistiti.
Ovviamente, la realtà del mondo non risulta essere la stessa realtà dei ragazzi, dove loro sono costretti a vivere e convivere con questo loro status, camminando in mezzo a tutti e facendo attenzione, addirittura, nel non creare panico per il resto delle persone.
La cosa che mi ha più colpita è stata la delineazione ben precisa dei quattro personaggi, perché ognuno ha caratteristiche, carattere e modi di fare differenti, e queste differenze vengono mantenute per tutto il romanzo, creando quasi una loro individualità all’interno della storia comune.

Finito il libro mi sono seriamente chiesta come mai io mi sia lasciata intimorire dal genere assegnatogli, perché nel suo piccolo, questo è un libro bellissimo.


«Sono nata a Inverness», raccontai. Il morso di Sachi pulsava, così iniziai a medicarlo. «Poi c'è stato il trasferimento a Perth, e dopo ancora a Edimburgo, l'ultima casa in Scozia, prima di venire Londra». 
«Tua madre ama viaggiare, eh?».

«Mia madre adora fuggire da mio padre», puntualizzai. «Hanno divorziato, ma alla fine non si sono mai separati. Lui torna sempre, e penso che lo faccia per abitudine, non perché ci creda davvero. Alcune persone non riescono a staccarsi, chiudono gli occhi anche quando fanno qualcosa, perché a occhi chiusi è più facile mentire».


Lo stile di scrittura dell’autrice è quel genere di stile da cui tutti dovremmo prendere esempio: scorrevole, pulito, grammaticalmente corretto, preciso; l’esatto mix che rende una bella storia, ben scritta, un capolavoro. Tutti possono “scrivere” digitando parole su una tastiera, ma scrivere è un’arte, e non tutti in questo riescono, Chiara Panzuti sì.
Il libro ha delle scene di lentezza, scene che però si mischiano perfettamente a quelle più dinamiche e d’azione presenti nel libro, questa corretta miscela non rende il libro mai noioso o “pesante”, anzi, ad ogni scena vuoi subito sapere cosa succederà dopo, hai solo voglia di andare avanti nella storia.


Se il mondo non mi voleva, sarei stata ombra, se il mondo non vedeva, sarei stata assenza. 
Invisibilità, silenzio, morte. 

Sarei stata la solitudine, la vera solitudine, quella che cerchiamo di zittire distraendo le nostre menti con ogni mezzo possibile. Sarei stata la consapevolezza della fine, la certezza di non essere visti, sentiti, memorizzati. 

Il resto faceva troppo male. Non si poteva dire, tantomeno pensare. Il resto era il baratro che mi avrebbe spinta sempre più in basso, fino alla pazzia più totale. 

Forgiai ciò che restava di me stessa, la rabbia, e con quella decisi di proteggermi. Con quella decisi di reagire. 

Volevo bene a Scott e a Christabel. Volevo bene Jared qualunque fosse il sentimento che mi legava a lui. Li avrei protetti a costo della vita, perché loro erano il presente, il vincolo, la famiglia. Meritavano la mia lucidità, meritavano la mia ribellione.


Concludendo, consiglio il libro generalmente a chiunque, perché un autore italiano che riesce a pubblicare un libro di questo calibro, merita assolutamente di essere conosciuto.
Consiglio il libro, inoltre, a chi ama il genere fantasy che però rimane solo un gradino più in altro a quello che è il nostro mondo, senza stravolgerlo o creandone altri, quel genere di fantasy che risulta molto più reale che inventato.







Spero di avervi incuriosito con la mia recensione 😊
➡️ Potete trovarmi anche sulla mia pagina Instagram asiapaglino
➡️ Roberta invece la trovare su ilprofumodelleparole
Un grosso abbraccio, alla prossima recensione 📚📚

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4 commenti

  1. Risposte
    1. Te lo consiglio vivamente, questo libro è una cosa fantastica. Spero di riuscire a leggere il seguito il più presto possibile!

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  2. l'ho letto l'anno scorso e mi è piaciuto molto!

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